Quarta di copertina
Quello che vi accingete a leggere è un importante studio realizzato dalla associazione IALANA (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms) Italia per sondare la possibilità di ricorrere, in alternativa o in appoggio all’azione politica, alla via giudiziaria, nazionale o internazionale, contro la detenzione di armamento nucleare USA sul nostro territorio. Gli avvocati di IALANA Italia sono indiscutibilmente tra i più competenti in materia.
Lo studio, commissionato da 22 associazioni territoriali e nazionali, si conclude con quello che può apparire un paradosso: è del tutto evidente e provata la illegalità anche della sola presenza delle armi atomiche sul territorio nazionale; non è però altrettanto sicura la possibilità di ottenere un riconoscimento per via giudiziaria di questa illegalità con conseguente condanna della detenzione delle armi nucleari e ordine di loro rimozione dal territorio nazionale.
Vale tuttavia la pena tentare anche questa strada essendo risultate infruttuose tutte le iniziative politiche organizzate da diversi soggetti disarmisti affinché il Governo firmasse e ratificasse il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari approvato all’ONU il 17 luglio del 2017 da 122 paesi sui 194 membri ed entrato in vigore il 22 gennaio 2021.
Le reciproche minacce di uso delle armi nucleari da parte delle superpotenze atomiche in relazione al conflitto russo-ucraino, rendono ancora più urgente mettere la parola fine alle armi nucleari.
Le aerobasi italiane di Ghedi (Bs) ed Aviano (Pn), vedranno modernizzare le loro 40 bombe nucleari nei prossimi mesi grazie alla acquisizione delle più pericolose B 61-12 che saranno trasportate contro il nemico dai bombardieri “furtivi”, netcentrici e di quinta generazione F35.
Queste basi in caso di conflitto aperto saranno senz’altro nel mirino delle controparti e la loro distruzione atomica potrebbe provocare tra i 2 e i 10 milioni di vittime civili. Come cittadini non possiamo accettare di essere nel mirino di un attacco nucleare, ma ancor più di essere complici dell’eventuale uso di queste bombe che potrebbe causare devastanti crimini contro l’umanità e contro il pianeta terra.