Quarta di copertina
Il divenire della vita e del mondo non è predeterminato né già scritto. I potenti hanno sempre sostenuto che il presente da loro edificato ed imposto è il solo quadro di riferimento possibile della storia. Al di fuori non c'è alcuna salvezza, alcun altro futuro. La storia dimostra tutto il contrario. Essa è stata fatta dalla voglia del vivere, dalla ricerca della libertà nella giustizia e dignità di tutti, dal desiderio di essere costruttori del divenire secondo le proprie capacità, immaginazioni e desideri. L'utopia è il soffio ispiratore della forza degli esseri umani, soprattutto dei più deboli, degli emarginati, degli esclusi. Non è un pensare fittizio, inutile, ma è un essere ed un agire alla base dei cambiamenti della vita e del mondo. Insieme, ventotto persone, uomini e donne, giovani e anziani, portatori di esperienze differenti ed abituati a linguaggi ed azioni plurali propongono di riaffermare che la matrice prima dell'azione degli esseri umani è la costruzione di un mondo migliore, più giusto, più partecipato, liberato dalle prepotenze e dalla violenza dei gruppi dominanti locali e mondiali. Inoltre, pensano che sia urgente cambiare i vocabolari, i dizionari, il linguaggio dei media di ogni genere svincolando l'utopia dall'accezione negativa quasi spregevole, di un qualcosa di irreale e impossibile, per affermare il senso profondo positivo dell'utopia, origine di un mondo in cambiamento permanente. Il divenire appartiene a tutti. Contributi di: Mario Agostinelli, Bruno Amoroso, Lucia Bertell, Cristina Bertelli, Vittorio Capecchi, Francesco Comina, Roberto D’Ambrogio, Pierluigi Di Piazza, Rosario Lembo, Dario Lo Scalzo, Roberto Louvin, Curzio Maltese, Roberto Mancini, Eugenio Melandri, Roberto Musacchio, Silvano Nicoletto, N.Perrone-C.Loreti, Riccardo Petrella, Antonia Romano, Carla M. Ruffini, Achille Rossi, Consiglia Salvio, Patrizia Sentinelli, Olivier Turquet, Antonio Vermigli, J.P. Wauquier, Antonio Zulato.