Quarta di copertina
Presentazione di Marco de Ponte (Amnesty International) Prefazione di Massimo Carlotto.
In undici anni di prigione, innocente, sotto la minaccia di una condanna a morte, Karl non ha mai perso la speranza di un giusto processo ed ha mantenuta viva la sua fiducia, la sua umanità e la sua gioia di vivere. Questo libro è una testimonianza della incredibile situazione giudiziaria americana, di come povero voglia dire condannato e ricco assolto. I proventi di questo libro vanno a garantire la difesa legale dell’autore. Dall’introduzione di Massimo Carlotto “I secondini del carcere di Florence hanno spezzato le dita della mano destra di Karl Louis Guillen per impedirgli di scrivere questo libro. Per un anno e mezzo la direzione dello stesso Istituto gli ha sequestrato la macchina da scrivere. Per tre lunghi anni appunti e manoscritti sono stati puntualmente distrutti nel corso di innumerevoli perquisizioni arbitrarie e condotte con metodi assolutamente illegali. Guillen, murato vivo in una sezione di isolamento, è riuscito ugualmente a terminare il dattiloscritto e a farlo uscire dal carcere. Il tritacarne del titolo è il sistema giudiziario dell’Arizona, stato del sud arretrato e reazionario, privo della benché minima cultura giuridica. Guillen lo analizza in tutti i suoi aspetti e svela gli scandalosi meccanismi economici che lo regolano. In Arizona (e in molti altri stati) la giustizia è un grande business. Politici, poliziotti e giudici si danno un gran daffare per procurare uomini e donne per la grande fabbrica della prigione. Ovviamente non si tratta di persone in grado di pagarsi un avvocato decente ma appartenenti a ceti marginali o minoranze etniche come l’indigente mezzosangue Cherokee Karl Louis Guillen. Il sistema investigativo-processuale si basa quasi esclusivamente sulla concessione di benefici ai collaboratori in grado di accusare altre persone. Su queste premesse Guillen è stato condannato a una lunga pena detentiva per le dichiarazioni di un pluripregiudicato che lo ha accusato di “aver pensato di commettere un crimine”. I reati che hanno portato Guillen in carcere sono semplicemente inesistenti. Ma se Guillen oggi rischia la pena di morte è per essersi sottratto alla logica della delazione e per aver sfidato il sistema giudiziario dell’Arizona cercando di far valere i propri diritti alla difesa. Questo libro è un atto d’accusa preciso, circostanziato e di grande valore probatorio per difendere la causa di Karl Louis Guillen. Un uomo coraggioso, con un grande senso della solidarietà, a cui sono negati da anni i più elementari diritti umani. Possiamo salvargli la vita solo facendo sentire la nostra voce. Non solo per chiedere clemenza. Karl è un uomo innocente e attraverso il suo libro conosciamo gli errori, le falsità, le reticenze e i nomi dei responsabili della sua allucinante odissea processuale e carceraria. Karl ha bisogno di essere sostenuto nella sua battaglia contro “Il tritacarne”, un sistema inumano, immorale e corrotto. Salviamo la vita a Karl Louis Guillen restituendolo a una vita dignitosa. Un atto di Giustizia. Nulla di più.”
In undici anni di prigione, innocente, sotto la minaccia di una condanna a morte, Karl non ha mai perso la speranza di un giusto processo ed ha mantenuta viva la sua fiducia, la sua umanità e la sua gioia di vivere. Questo libro è una testimonianza della incredibile situazione giudiziaria americana, di come povero voglia dire condannato e ricco assolto. I proventi di questo libro vanno a garantire la difesa legale dell’autore. Dall’introduzione di Massimo Carlotto “I secondini del carcere di Florence hanno spezzato le dita della mano destra di Karl Louis Guillen per impedirgli di scrivere questo libro. Per un anno e mezzo la direzione dello stesso Istituto gli ha sequestrato la macchina da scrivere. Per tre lunghi anni appunti e manoscritti sono stati puntualmente distrutti nel corso di innumerevoli perquisizioni arbitrarie e condotte con metodi assolutamente illegali. Guillen, murato vivo in una sezione di isolamento, è riuscito ugualmente a terminare il dattiloscritto e a farlo uscire dal carcere. Il tritacarne del titolo è il sistema giudiziario dell’Arizona, stato del sud arretrato e reazionario, privo della benché minima cultura giuridica. Guillen lo analizza in tutti i suoi aspetti e svela gli scandalosi meccanismi economici che lo regolano. In Arizona (e in molti altri stati) la giustizia è un grande business. Politici, poliziotti e giudici si danno un gran daffare per procurare uomini e donne per la grande fabbrica della prigione. Ovviamente non si tratta di persone in grado di pagarsi un avvocato decente ma appartenenti a ceti marginali o minoranze etniche come l’indigente mezzosangue Cherokee Karl Louis Guillen. Il sistema investigativo-processuale si basa quasi esclusivamente sulla concessione di benefici ai collaboratori in grado di accusare altre persone. Su queste premesse Guillen è stato condannato a una lunga pena detentiva per le dichiarazioni di un pluripregiudicato che lo ha accusato di “aver pensato di commettere un crimine”. I reati che hanno portato Guillen in carcere sono semplicemente inesistenti. Ma se Guillen oggi rischia la pena di morte è per essersi sottratto alla logica della delazione e per aver sfidato il sistema giudiziario dell’Arizona cercando di far valere i propri diritti alla difesa. Questo libro è un atto d’accusa preciso, circostanziato e di grande valore probatorio per difendere la causa di Karl Louis Guillen. Un uomo coraggioso, con un grande senso della solidarietà, a cui sono negati da anni i più elementari diritti umani. Possiamo salvargli la vita solo facendo sentire la nostra voce. Non solo per chiedere clemenza. Karl è un uomo innocente e attraverso il suo libro conosciamo gli errori, le falsità, le reticenze e i nomi dei responsabili della sua allucinante odissea processuale e carceraria. Karl ha bisogno di essere sostenuto nella sua battaglia contro “Il tritacarne”, un sistema inumano, immorale e corrotto. Salviamo la vita a Karl Louis Guillen restituendolo a una vita dignitosa. Un atto di Giustizia. Nulla di più.”