Quarta di copertina
Questa raccolta di versi costituisce il racconto degli anni di cui siamo (tristi) testimoni, visti però da un nuovo angolo visuale, in una prospettiva diversa. Non la storia dei potenti e dei vincenti, quella dei volti noti e delle passerelle televisive di politici, opinionisti, capitani d’azienda miliardari e generali in mostrine. Non la storia dei pochi che pretendono di esserne i soli protagonisti, sol perché si arrogano il diritto di scriverla per potercela poi raccontare. La voce poetica di Maria La Bianca ci narra al contrario la storia delle vittime e di chi, nella condizione di vittima, si è fatto, ed è divenuto, “eroe”. Sono le vicende di coloro che nelle narrazioni ufficiali non hanno un nome, o magari, e forse e più spesso, un nome lo hanno avuto solo per il breve spazio di un momento (presto dimenticato) che “il fatto di cronaca”, con tutta la sua caduca banalizzazione, assegna alla superficiale commozione e alla ipocrita pietà per le vicende di chi ha subito “la colpa” della propria fragilità. L’autrice, sin dal titolo della sua opera, ci ricorda invece che i nomi e i cognomi delle vittime devono restare per sempre scolpiti nella nostra memoria, non solo come risarcimento simbolico del dolore e dell’ingiustizia subita, ma come monito di impegno e di lotta.
Prefazione di Daniela Musumeci - Postfazione di Antonio Minaldi