Quarta di copertina
In questo testo, tradotto in italiano e introdotto da Milena Rampoldi di ProMosaik l'autrice, la femminista indiana Sita Agarwal, tematizza il genocidio delle donne nell'induismo vedico e bramino in India. Senza dubbio il paese in cui la sofferenza del genere femminile acquista forme particolarmente oppressive e situazioni prive di qualsiasi prospettiva all'insegna di autodeterminazione e dignità, è la società tradizionale dell’induismo vedico e bramino in India. Le forme peggiori di tale oppressione, ovvero del genocidio commesso dall'induismo tradizionale, riguardano l'infanticidio femminile, seguito dall'omicidio legato alla dote e dalla violenza generalizzata contro le donne indiane, in particolare delle vedove, soprattutto con la tradizione del sati (il rogo delle vedove). Tutte queste forme di genocidio femminile Sita le descrive, citando le fonti dell'induismo vedico e bramino. Per Sita, la lotta femminista significa una lotta decisa contro la religione misogina dell'induismo vedico dei brahmani oppressivi. Parla infatti di un vero e proprio olocausto femminile in India, inflitto dai bramini alle donne. L'unica via d'uscita l'autrice vede nell'unione tra il femminismo indiano e le altre forme di femminismo, tra cui quello comunista, islamico e cristiano per salvare la donna indiana dalla situazione abietta in cui si trova.